Sembra quasi pleonastico dire che nellimmenso e misterioso Libro chePessoa ci ha lasciato il centro più riposto, e certo più imperioso, èleteronimia. Eteronimia intesa non tanto come metaforico camerino di teatroin cui lattore Pessoa si nasconde per assumere i suoi travestimentiletterario-stilistici; ma proprio come zona franca, come terrain vague, comelinea magica varcando la quale Pessoa diventò un altro da sé senza cessaredi essere se stesso. Leteronimia di Pessoa rimanda semmai alla capacità divivere lessenza di un gioco; non ad una finzione, pertanto, ma ad unametafisica della finzione, o ad un occultismo della finzione; forse ad unateosofia della finzione. (Antonio Tabucchi)