Facilmente, felicemente, il pittore stende sulle sue tele le trame colorate delle sue fiabe, quasi inventando una natura di sogno irreale, artificiale, ma viva e vera come vivi e veri sono sempre i sogni. Così nel 1956 Felice Casorati presentava la prima mostra personale importante di Francesco Tabusso alla Galleria La Strozzina di Firenze. Scritte quando il percorso creativo dellartista era da poco iniziato, queste parole, che coglievano già i caratteri essenziali della sua poetica, restano la migliore introduzione alla pittura di Tabusso, ora che lo sviluppo di quel percorso ha raggiunto il mezzo secolo. Questa mostra ne ripercorre le tappe, salutate dal favore costante del pubblico e da unattenzione critica che, oltre a storici dellarte, anche di prima grandezza, come Francesco Arcangeli, Carlo Ludovico Ragghianti, e Marcello Venturoli, ha coinvolto anche molti protagonisti della letteratura italiana degli ultimi cinquantanni, quali Giovanni Arpino, Piero Chiara, Diego Valeri, Dino Buzzati, Giorgio Bassani, Alfonso Gatto, Mario Rigoni Stern, Nico Orengo. Come ha scritto nel 2000 Carlo Castellaneta Non stupisce che sia tanto ricca la bibliografia critica su Tabusso, perché ogni scrittore vorrebbe completare a suo modo le storie che lui propone. La sua pennellata è lincipit di una favola. Se fate silenzio, riuscirete a sentire la sua voce che racconta. Dal 1953, quando fondò con Aimone, Casorati, Chessa, Niotti, la rivista Orsa Minore, cui collaborarono anche Sanguineti, Saroni e Campagnoli, Francesco Tabusso è entrato a far parte della cultura che aveva come epicentro Torino, dove del resto era avvenuta la sua formazione . Per questo la Regione Piemonte ha promosso, con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, questantologica, che aggiunge al nutrito elenco delle sue mostre lappuntamento che mancava: lesposizione in uno spazio pubblico a Roma.
