Palermo 1893: la storia di un delitto di mafia nella Sicilia di ieri diventalo specchio inquietante di tutte le connessioni tra mafia e politica che continuano a inquinare la vita italiana di oggi: la parabola esemplare dellonorevole Palizzolo, detto Il Cigno, arrivato al potere, simbolo dellorgoglioisolano, che viene accusato di essere il mandante di un omicidio eccellente.Al centro di tutto lo scandalo del Banco di Sicilia, Francesco Crispi, ilgrande manovratore, il realista cinico e spregiudicato, ma anche a suo modosognatore. Il libro di Vassalli è, in ultima analisi, un romanzo storico chesi deve leggere in chiave dattualità. Il Cigno , u Cignu, è il soprannome di Raffaele Palizzolo, deputato e consigliere di amministrazione del Banco di Sicilia, arricchitosi giocando in borsa con i soldi dei risparmiatori, caduto in disgrazia per aver commesso un solo errore, accreditare le vincite a se stesso e non ad un prestanome. Il mandato di pagamento era poi finito addirittura sul tavolo del presidente del consiglio di quel tempo, il marchese di Rudinì (siamo nel 1893), il quale aveva chiamato per fare pulizia all’interno della banca siciliana il commendatore Emanuele Notarbartolo, già direttore dell’istituto, poi messo da parte per volere di Francesco Crispi.