Non è un romanzo consolante. La cavalcata infernale di una banda diirregolari sudisti, durante la guerra civile americana, vuole essere metaforaper esplorare lo scatenarsi della violenza generato dal più radicale vuoto divalori. Analogamente, la proiezione della stessa violenza in un futuroremotissimo, o il suo recupero in un passato tanto recente da fondersi conlattualità, intendono segnalare una patologia psichica di dimensioni sociali,che nel deserto emotivo e nellassenza di solidarietà trova il propriofondamento. In tutte queste dimensioni diventa apocalittico fattore didistruzione. Ripeto, non è un romanzo consolante. Credo alla funzione dellanarrativa come elettroshock, unica via per smuovere le coscienze. (V.E.)