Con Baudolino Umberto Eco mostra per lennesima volta di saper dosare al meglio la sua attività di romanziere: dallesordio con il successo internazionale de Il nome della rosa (datato 1980), passando attraverso le ermetiche trame de Il pendolo di Foucault (1988), fino a Lisola del giorno prima (1994), il docente di Semiotica presso luniversità di Bologna , nato ad Alessandria nel 1932, non ha mai sbagliato un colpo, attendendo sempre lidea giusta e mettendosi alla prova con gli intrecci ed i sottogeneri più disparati. Con Baudolino Eco si gioca anche la carta del romanzo picaresco dambientazione medievale, narrato attraverso un funzionale filtro dialogico: protagonista assoluto della storia è Baudolino, che racconta le complesse vicende della sua vita a Niceta Coniate, storico bizantino nonché cancelliere del basileo di Bisanzio, il tutto nel bel mezzo dellassedio di Costantinopoli. Il dialogo si apre in profumo dantico, con una vecchia pergamena che contiene il primo (sgraziato) esercizio di scrittura del protagonista, che ci introduce ex abrupto nella trama principale. E Baudolino stesso a spiegare al suo interlocutore che da quel primo timido tentativo scrittoriale molte pergamene ed infinite storie sono seguite, e la lunghissima conversazione con Niceta frammista alla fuga dalla città in fiamme servirà anche a lui a capire i lati oscuri del proprio passato.